Si è svolto oggi il webinar “ FAMILY HEALTH NURSE: CURARE CON CURA AIT TEMPI DEL COVID19” organizzato dal Coordinamento del Lazio della “Società Italiana delle Direzioni e del Management delle Professioni Infermieristiche” in collaborazione con la ASL Roma 2, UOC Assistenza alla Persona, con il patrocinio dell’OPI di Roma.
All’incontro hanno preso parte Barbara Porcelli, Coordinatore SIDMI Lazio e Direttore UOC Assistenza alla Persona ASL Roma 2, LIA PULIMENO, PRESIDENTE OPI ROMA, VICE PRESIDENTE FNOPI, MARIA GRAZIA MONTALBANO, VICE PRESIDENTE SIDMI, CARMEN MANTUANO, AREA RISORSE UMANE Regione Lazio, MAURIZIO ZEGA, Coordinamento SIDMI Lazio e Consigliere OPI Roma, CARLO TURCI, Direttore Dipartimento Professioni Sanitarie ASL Roma 4, LUIGIA CARBONI, Direttore Dipartimento Professioni Sanitarie ASL Roma 5, CINZIA SANDRONI, Direttore Dipartimento Professioni Sanitarie ASL Roma 6, ROMOLO CACIONI, Coordinatore HOME CARE COVID ASL Roma 2.
Nell’ambito dell’incontro si è discusso del modello di potenziamento delle cure primarie messo in atto nella Regione Lazio per la gestione della risposta territoriale all’epidemia COVID19 e come il modello dell’Assistenza Proattiva Infermieristica, previsto dal documento regionale, e sviluppato, ad esempio, nella ASL Roma 2 dalla HOMECARE-COVID, costituisca un approccio adeguato, attraverso la prossimità, a garantire la presa in carico e la continuità assistenziale non soltanto dei casi covid ma anche le fragilità da polipatologie e cronicità.
Significativa è al riguardo l’ esperienza del progetto dell’infermiere di famiglia e di comunità figura prevista nel Patto della Salute, promosso dall’OPI di Roma e sperimentato dai Dipartimenti delle Professioni sanitarie delle ASL Roma 4, 5 e 6. I risultati presentati dimostrano come nei contesti organizzativi territoriali in cui l’infermiere di famiglia è presente, gli esiti di salute sono visibili e concreti.
Per questo, hanno sottolineato tutti i relatori, è un’opportunità importante da portare avanti anche nel Lazio così come già avvenuto in altre Regioni italiane. Se la figura dell’IFeC fosse già stata già anche istituita nella Regione Lazio avrebbe potuto contare su una rete territoriale ancora più organizzata nella gestione dei pazienti vulnerabili e nella risposta alla gestione degli isolamenti domiciliari. L’infermiere, infatti, ha rappresentato e rappresenta la figura professionale più vicina ai cittadini sicuramente quella più di prossimità dopo il MMG, ed è compito delle Istituzioni valorizzarlo nei modelli organizzativi e nelle scelte strategiche regionali. La gestione della pandemia ha dimostrato che senza questa professione (esattamente come quella dei medici), la tutela della salute pubblica è a rischio.
In questo momento, in cui per un lungo periodo bisognerà coniugare la graduale ripresa delle attività socio-economiche con la realizzazione di interventi di prevenzione e monitoraggio della salute pubblica per evitare contagi da coronavirus di ritorno, è opportuno che l’assistenza territoriale, snodo centrale per la garanzia di tutela della salute, possa essere demandata alla gestione infermieristica insieme alla Medicina di famiglia. Siamo fiduciosi che la Regione Lazio persegua in questa direzione ”
Barbara Porcelli
Coordinatore SIDMI Lazio
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